--------------------------------------------------------------- - Mare d’Abruzzo - --------------------------------------------------------------- Una giornata di fine maggio, programmata con attenzione anche alle condizioni meteomarine, per far scoprire a due amici i segreti più nascosti della costa adriatica tra Pescara e Vasto E’ una bella giornata di sole quella che ci accoglie, alle 6 del mattino, sulle belle ed attrezzate banchine del Marina di Pescara, le condizioni del tempo sono ottimali con mare calmo “forza olio” e cielo azzurro, per far scoprire a due amici i segreti di questa terra, a volte sconosciuta. Imbarchiamo macchina fotografica, telecamera, sacca dell’attrezzatura sub, e l’immancabile “mappatella”, come diciamo noi abruzzesi: la nostra robusta colazione. Lasciamo l’ormeggio, salutando alcuni amici in uscita per una battuta di pesca d’altura al Tonno Rosso “gigante”. Sport entusiasmante, molto praticato nella nostra regione. Con Fabio e Alessandro stiamo facendo rotta, con un gommone di settemetri e sessanta bimotorizzato, su Ortona il cui promontorio si scorge nitido in lontananza. Il sole appena sorto illumina le ampie e sabbiose spiagge che separano il mare dal profilo ondulato delle colline retrostanti fino all’imponente massiccio montuoso della Maiella. Navigare mare con la vista delle montagne, spesso innevate fino ai primi giorni di maggio, è davvero uno spettacolo. Dopo il vallone del fiume Foro, la costa comincia a farsi più alta, regalandoci piccole spiaggette e zone di mare molto interessanti nei pressi del Lido Riccio di Ortona e Punta Cavalluccio, frequentate in estate da diportisti ed amanti delle immersioni. Ci dirigiamo verso il porto di Ortona, un bacino artificiale molto ampio prevalentemente commerciale. Un esempio di occasione perduta per attrezzare con poco sforzo ed alcuni pontili galleggianti l’ampia zona del porto dedicata alle imbarcazioni da diporto. Al transito è riservata parte della banchina alla radice del molo turistico. La Lega Navale ed il Circolo velico gestiscono due banchine, catenarie per un totale di 30 posti barca, ed ormeggi in rada con gavitelli; 400 posti a terra per barche fino a sei metri sono gestiti dall’IAT di Ortona. I due ristoranti dell’area portuale sono famosi per la loro cucina, ma in questo periodo ci sarebbe anche un altro motivo per restare: “la Maggiolata”, sfilata tipica in cui riveste larga importanza il vino di straordinaria produzione qualitativa e quantitativa in questa provincia. Ortona è una storica cittadina affacciata sul mare che meriterebbe una visita, ma il pezzo forte della nostra navigazione deve ancora arrivare. A poche miglia verso sud si entra nella costa D’Annunziana dove il poeta trovò l’ispirazione per molti dei suoi romanzi. Le ginestre da lui descritte ed i trabocchi, antiche macchine da pesca, sono ancora lì. La costa da San Vito Chetino a Fossacesia, oggi Parco Naturale costiero, è caratterizzata da ripidi pendii, piccoli promontori, rocce e spiagge ciottolose. Non resistiamo, la cornice e l’acqua sono troppo invitanti e ne approfittiamo per il primo tuffo. Ancorato il gommone, ci rechiamo a terra a vistare “Villa Italia” meglio conosciuta come “l’Eremo D’Annunziano”, oggi di proprietà privata ma gestito, animato e valorizzato da un’attivissima associazione culturale. Ora siamo nuovamente in acqua per vedere ciò che è possibile trovare anche in fondali bassi e prevalentemente sabbiosi come quelli della costa abruzzese. Maschere e pinne ed è facile intravedere i fori nella sabbia attraverso cui respirano i “Tartufi di mare” e i “Cannolicchi”. A soli 10 metri dalla costa ci immergiamo e subito scorgiamo branchi di belle “Corvine” e poco più in là alcune “Spigole” a caccia di “Muggini” molto comuni in queste acque. Le rocce sono completamente ricoperte di Mitili e sul fondale di ghiaia e rocce sono frequenti tane di “Polpi”, niente male per le dimensioni. Non potevano mancare gli acerrimi nemici dei polpi i “Gronchi”. Riprendiamo il gommone e ci spostiamo su di una secca rocciosa a circa mezzo miglio dalla costa; la profondità è di circa 14 metri, la visibilità di 7/8 metri e l’acqua un po’ torbida. Anche qui le rocce sono ricoperte di Mitili e sul fondo scorgiamo numerose stelle marine note come “Ofiure”. Ma quello che sorprende è la presenza, su alcune rocce più grandi, di numerosi celenterati tipici dei fondali coralligeni. Di piccole dimensioni ma di un bellissimo colore vinaccia su cui aderiscono piccole conchiglie porcellanate chiare a pois rossi, il nome scientifico di questa specie di gorgonia è “Lophogorgia sarmentosa”. Tutt’intorno qualche “Sarago”, ancora “Muggini” “Gronchi” e “Polpi”. E’ ora di fare una bella pausa per rifocellarci. Quale occasione migliore per visitare il nuovissimo “Marina del Sole” di Fossacesia inaugurato nel Giugno del 2001. Un Marina interamente realizzato e gestito da una società privata, posizionato in uno dei tratti più belli della costa abruzzese e in posizione strategica anche per raid alle magnifiche isole Tremiti. Dotato di 400 posti barca da 6 a 12 metri, forniti di acqua ed energia elettrica con gli edifici, in costruzione, che ospiteranno il Ristorante, la Club House, alcuni negozi e il Centro Diving. Volgendo lo sguardo verso la collina retrostante non sfugge la bellissima sagoma dell’Abbazia di San Giovanni in Venere a metà strada tra il paese di Fossacesia e il Marina. Approfittiamo della linea urbana che collega al paese per visitare questa splendida abbazia sorta sui resti di un tempio pagano e ricostruita nel 1105. Di forme cistercensi con splendidi bassorilievi e l’interno a tre navate. Nella cripta sono visibili le colonne del vecchio tempio dedicato alla Dea Venere. Tutt’intorno uliveti, elemento trainante dell’economia locale e alla base di numerose specialità alimentari. Ma il nostro tour non è finito. Via di nuovo con il nostro gommone alla volta di Vasto, 9 miglia più a sud. Passiamo davanti alla foce del fiume Sangro oasi di pace e natura. Tamerici, Garzette, Aironi, Svassi, Cormorani fanno da cornice e riempiono di vita questo sito: non poteva essere diversamente per il fiume che porta al mare le acque del Parco Nazionale d’Abruzzo il più antico d’Italia. Il profilo costiero che si era fatto più lieve in corrispondenza della vallata del Sangro, ridiventa improvvisamente alto e ripido. Il faro bianco che la domina ci indica il promontorio di Punta Penna alla base del quale troveremo il porto di Vasto e più a nord la Riserva naturale regionale di Punta Aderci, molto interessante ed inserita in un contesto naturalistico assai bello. I pendii, le rocce di conglomerato, la vegetazione, l’assenza di costruzioni, ricordano i litorali della Cornovaglia o della Bretagna. Vedere per credere. La riserva di Punta Aderci, tutelata solo da alcuni anni, si estende per circa trecento ettari e al suo interno non è difficile avvistare Volpi, Donnole o volatili come il Greppio, la Poiana, il Cardellino. Ma le cose più interessanti possono essere viste da chi si immerge nelle acque cristalline del braccio di mare annesso alla riserva. Si osservano Salpe, Anemoni di mare e per i più fortunati, non è difficile avvistare mammiferi marini come la Stenella Striata o il Delfino comune. Entriamo nel porto di Vasto, punto di arrivo del nostro viaggio e ci dirigiamo verso la piccola zona destinata al diporto, dove gli amici del Club Nautico Vasto ci accolgono con la loro solita cordialità. L’antica Histonium di origine romana distante 7 km e collegata al porto con un servizio di bus urbani, merita senz’altro una visita. Abbiamo visto così la città di Vasto con il suo Castello Fortilizio, la Cattedrale del XII secolo, il Palazzo D’Avalos, le Terme romane con i mosaici del Nettuno e altro ancora. Vorremmo ora assaporare il piatto forte della tradizione marinara: il “Brodetto alla Vastese”. La tentazione è forte, ma la giornata è stata intensa e la concludiamo navigando verso Pescara con il sole che tramonta dietro le cime del Gran Sasso. ---------------------------------------------------------------